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Tether flop, ora il valore è declassato. Gli effetti sulla Juve non ci sono: ecco perché

**Tether**, nota al pubblico sportivo per essere **il secondo azionista della Juventus**, è stata **declassata dall’agenzia di rating S&P** al livello minimo (da 4 a 5) della scala di valutazione delle cosiddette stablecoin. Sebbene non si tratti di un rating in senso tecnico, come quello che le agenzie assegnano a emittenti di obbligazioni, è **un segnale di incertezza** sull’effettiva capacità di Tether di mantenere il suo valore ancorato al dollaro.

S&P ha motivato la decisione con un aumento della quota di riserve di Tether rappresentata da asset volatili (cioè rischiose) come oro, Bitcoin, obbligazioni. Per capire cosa signifi ca, occorre spiegare come funziona una stablecoin. Tether off re la possibilità di convertire moneta “tradizionale” (come il dollaro) in moneta digitale. Per ogni dollaro ricevuto, Tether crea una stablecoin dello stesso valore e promette al possessore di convertirla sempre, su richiesta, in un dollaro tradizionale. Per mantenere la promessa, la piattaforma impiega i dollari ricevuti in attività finanziarie liquide. Si comprende come il massimo livello di sicurezza per l’investitore si avrebbe se Tether detenesse l’esatto valore in dollari delle stablecoin emesse.

Qual è il problema di Tether

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**In realtà, ciò non accade** poiché Tether impiega in attività speculative, come appunto oro e Bitcoin, una quota delle sue riserve salita, secondo S&P, dal 17% al 24%. Gli emittenti di stablecoin confidano nell’improbabilità che tutti chiedano la conversione in dollari all’unisono e sulla loro autoreferenziale capacità di trarre profitto dalla volatilità degli asset speculativi. Sono, in fondo, gli stessi presupposti su cui poggia il sistema bancario che tuttavia, a differenza delle **cryptovalute**, è vigilato dalle banche centrali e soggetto a obblighi di trasparenza.

Tether, **che ha la sede in El Salvador**, ha invece emesso 184 miliardi di stablecoin senza fornire adeguate informazioni (scrive S&P) sulla gestione delle sue riserve e in assenza di un’infrastruttura regolamentare robusta che protegga gli acquirenti da una possibile insolvenza. Cali del bitcoin o perdite di valore degli asset rischiosi (come l’oro e i bond) potrebbe erodere il valore delle riserve poste a protezione delle stablecoin. Naturalmente Tether dissente con il giudizio di S&P e il CEO Arduino ha reagito su X con il consueto sarcasmo ma è giusto ricordare che nel 2022, anno disastroso per le criptovalute, Tether non riuscì a mantenere il suo valore ancorato a quello del dollaro.

Nessun neffetto sulla Juventus

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Il declassamento **non ha alcun effetto sulla Juventus** di cui la piattaforma resta il secondo azionista con un membro del CdA nominato nell’ultima assemblea. Nonostante qualcuno abbia colto un segnale di apertura da parte di Exor nell’ultimo aumento di capitale, aperto anche ai soci di minoranza, restano alquanto limitate le possibilità che Tether possa salire nel capitale del club e pari a zero quelle di una scalata alla Juve.

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