**Gianluca Pessotto**, oggi dirigente della **Juventus**, è intervenuto ai microfoni di _Radio Sportiva_, emittente che oggi festeggia i 15 anni di trasmissione: “Vedere tornare la Juventus a vincere in Italia e in Europa, è la nostra ambizione e il lavoro di ogni giorno di chi lavora nel club. Per DNA, storia, qualità, riusciremo a tornare protagonisti come in passato”.
**Il nuovo corso inaugurato con Luciano Spalletti?
**“Bisogna dare tempo per lavorare, giocando tanto è più complicato il lavoro quotidiano perché bisogna recuperare dalle partite. Ogni minuto è importante e ci vuole pazienza. Il mister ha grandi qualità, è questione di tempo ma è evidente come la squadra debba crescere nella sua ambizione e il tempo ci dirà se il percorso è quello giusto. Sono fiducioso, ogni cosa deve insegnare dove si vuole arrivare. Siamo in una fase ancora intermedia, ma i segnali sono positivi”.
**La Juve deve sempre avere l’ambizione di vincere lo scudetto?
**“Oggi non siamo in grado di ragionare su quegli obiettivi, ma dobbiamo aver la testa per farlo. Se ci accontentiamo è un errore grave: chi arriva magari non ha esperienza di grandi vittorie e dobbiamo imparare a vincere crescendo e soffrendo. Il valore crescerà, abbiamo già giocatori bravi ma dovremo ancora migliorare e valutare dove intervenire. Dobbiamo lavorare partita dopo partita cercando di ricostruire al meglio per tornare ad essere protagonisti”.
**Kenan Yildiz grande protagonista.
**“Il lavoro fatto con i giovani è incredibile, abbiamo avuto ragazzi che si sono affacciati alla Prima Squadra con un percorso completo e lineare. Siamo contenti del risultato ottenuto, Yildiz è il fiore all’occhiello ma ce ne sono stati tanti: Miretti, Savona, Huijsen fra gli altri. Anche quando il percorso non è più nella Juventus è un orgoglio per tutti”.
**Ha senso il paragone con Del Piero?
**“È sempre difficile fare dei paragoni, sono arrivato a 25 anni in bianconero e lui ne aveva 21. Quello che li accomuna è la mentalità ed è una cosa che abbiamo notato da subito. Aveva subito chiaro l’obiettivo di diventare un calciatore importante: era così anche Alex, mentalmente un killer. Dovrebbero farlo tutti, lavorando ogni giorno per essere migliori”.