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Buffon, il nuovo focus Juve e l’aneddoto: “L’unica partita che non avrei voluto giocare”

Giornata di dichiarazioni per Gianluigi Buffon. La leggenda di Juventus e Italia, che già in mattinata aveva affrontato temi come l'arrivo di Spalletti a Torino e il dualismo Conte-Allegri, ha approfondito diverse tematiche ai microfoni di Radio Sportiva. Le ultime in casa bianconera, ovviamente, ma il capo delegazione dell'Italia ha parlato con dovizia di particolari anche del momento della Nazionale, senza tralasciare una lotta Scudetto che sembra essere davvero avvincente in questa prima parte di stagione. E poi un tuffo nel passato, dagli esordi al momento in cui ha appeso i guantoni al chiodo.

Buffon e l'esordio Italia che non voleva giocare

A Buffon viene detto come nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato il giorno del suo addio al calcio. "Anche io credevo a questa favola di non poter mai smettere di giocare. Poi devo dire che vita è stata più forte e determinata di me", sorride Buffon. Il giorno dell'esordio a Parma in A 30 anni fa nella sfida contro il Milan, pensava già di diventare Gigi Buffon? "Se ti dicessi di no, sarei bugiardo. Me l'aspettavo e pensavo anche di fare meglio. Poi c'è il riscontro della realtà e alla fine la realtà mi ha insegnato che devo essere contento di quello che ho fatto. E' difficile dare continuità a una carriera per 29 anni a quel livello. Qualche rimpianto? No, ho fatto tutto quello che volevo fare. Comprese le scelte, non ho recriminazioni. Il campo ha detto che i verdetti erano quelli giusti".

Dall'esordio in A a quello con gli azzurri, nello spareggio playoff mondiale in Russia sotto la neve a Mosca. Era il 1997: "In tutta sincerità è stata l'unica partita che non avrei voluto giocare, non per l'importanza della partita ma per le condizioni climatiche e ambientali".

"La Nazionale ha dato segnali di risveglio"

Ma dal passato ci si tuffa ben presto nell'attualità: non si può non parlare di Italia e della possibilità di andare al Mondiale, che passerà dai playoff visto il percorso fatto nel girone di qualificazione dove la Norvegia ha preceduto gli azzurri: "Diciamo che al di là delle gare di novembre, va fatto un discorso più generale. Abbiamo dato dei segnali di risveglio, buoni. Poi abbiamo finito male nell'ultima partita, ma col risultato. Per 75 minuti, fino a quando siamo stati sull'1-1 con la Norvegia, ho visto una nazionale che ci fa ben sperare".

Buffon ha vissuto annate straordinarie con l'Italia, con apice la vittoria del Mondiale 2006, arrivando poi alla mancata qualificazione della Coppa del Mondo 2018: "Ho vissuto il meglio e una parte del peggio. E' anche giusto. Ho fatto un lasso talmente lungo di vita sportiva. Era abbastanza normale poter vivere questi passaggi. Come in tutte le cose, la ripartenza corrisponde a un momento più basso o uno più basso come il 2018 che poi ci ha permesso di vincere l'europeo nel 2021 grazie al merito di Mancini e dei ragazzi. Poi c'è stata un'altra eliminazione, e speriamo che insomma si possa ripartire per l'ennesima volta. E che magari questo percorso gratificante di risultati possa durare più a lungo".

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