TORINO - Piacere, Jonathan David. Ci sarebbe da aggiungere una frase, che suonerebbe più o meno così: "Scusate il ritardo". Ma gli scherzi della testa, le aspettative troppo alte, l’ambientamento al nuovo campionato, una lingua da conoscere, due allenatori in quattro mesi, Vlahovic c’è Vlahovic non c’è e tutte le derivazioni annesse e connesse rendono il canadese semplicemente umano. Anche “Iceman” si è riscoperto fragile. Non ha il cuore di ghiaccio, ma di panna: l’Italia fa questo effetto. O comunque può indurre questo tipo di ansie. David aveva bisogno di tempo e probabilmente non basta ancora per tornare ad essere il goleador di Lilla, ma in Coppa Italia contro l’Udinese si è visto un giocatore diverso. Può essere che la “faccetta di c....” invocata da Luciano Spalletti gli sia servita per scendere in campo con un altro piglio. Può essere pure che l’infortunio di Vlahovic (verrà operato oggi pomeriggio a Londra, rientro previsto tra 3-4 mesi) in qualche modo gli abbia acceso una spia. Si chiama orgoglio, perché l’occasione per dimostrare di essere da Juve arriva adesso.
David, ora dimostra di essere uno da Juve
Ora che i bianconeri hanno bisogno di un riferimento davanti, di un porto sicuro nei momenti più complicati della partita. Spirito top contro l’Udinese: gli è solo mancato il gol. Ma sull’autogol di Palma ci sono due movimenti esemplari: quello che permette a McKennie di andare sul fondo e crossare e poi l’attacco al primo palo. Dentro la prestazione ci sono anche tante sponde, una buona dose di giocate utili per i compagni e qualche intuizione. Basterà per ottenere una maglia da titolare a Napoli? Davvero prematuro dirlo. E non è detto che l’Udinese basti per riabilitarlo, anche perché contro il Cagliari gli errori hanno superato di gran lunga i gesti pregevoli. C’è anche Bodo tra le medaglie del classe 2000: ha segnato un gol da due punti in Norvegia. Sì, infiocchettato da Yildiz, ma sul tabellino ci è finito lui. Che in Coppa Italia ha pure realizzato una rete d’antologia: annullata per fuorigioco, perché anche la sfortuna gioca un ruolo chiave quando le cose non vanno benissimo. David adesso scalpita. Spalletti ha descritto piuttosto bene le sue attitudini: "È molto bravo con la squadra, sa mettere bene la palla e si muove bene quando la squadra costringe l’avversario a una difesa bassa, sa gestire palloni difficili". Alla vigilia di Bodo non era stato così tenero nelle considerazioni: "È vero, deve ritrovare certezze. Ma quando si parla di attaccanti c’è il rischio di andare a fare confusione: nella ricerca di fare gol non hai quell’equilibrio o quella forza per cui non sei al massimo e anziché pareggiare si rischia di perdere".
Un messaggio facile da codificare. Ricevuto, colto, assimilato. Tradotto in campo con un atteggiamento diverso, con un mordente che gli ha permesso di scalare posizioni nelle considerazioni di Spalletti. Per Napoli è un’opzione. Non è l’unica, ma comunque David rosicchia attenzione. Lucio lo sta spronando ogni giorno. Lo pungola in allenamento, non lo molla neanche un secondo. La titolarità contro l’Udinese non è stata un contentino, ma una prova generale di affidabilità. Superata brillantemente, malgrado l’assenza del gol.
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