Da una parte, i progetti fantasiosi, già finiti nel dimenticatoio. Dall’altra, invece, Danilo. Che continua a vincere. Che ha ritrovato una sua dimensione, che ha saputo fare ritorno a casa mantenendo però alto il livello di prestazione, determinazione, mentalità. Dopo le immagini e la Libertadores al cielo, l’ex capitano bianconero nelle scorse ore si è tolto la soddisfazione di vincere il Brasileirao, cioè il campionato nazionale. Non esattamente una novità, per il Flamengo - il club di Rio è il più forte e il più ricco -, ma una piacevole riscoperta per i tifosi bianconeri, che tra social e messaggi, tra ricordi e rimpianti, hanno fatto sentire il proprio affetto al difensore che aveva scelto la numero 6 di Scirea comprendendone pienamente il peso, sposando perfettamente il significato.
Insomma: uno juventino vero, come si è dimostrato fino in fondo, e ancor di più nel momento più difficile che ha lasciato presto il posto a quello dell’addio. Era la Juventus di Thiago Motta, era una squadra alla ricerca della propria identità, e probabilmente così ossessionata dal trovarla da dimenticare i pezzi per strada, addirittura i muri portanti. Danilo è stato esattamente questo, in particolare negli anni più tribolati, tra governi tecnici e penalizzazioni. Ci ha messo la faccia, tanto e più di altri.
Il record personale di Danilo
E la scelta di salutare non è stata solamente sua, ma una difficoltà presto vestita da opportunità. "Non ho avuto molto tempo per razionalizzare le situazioni - ha spiegato con il trofeo tra le braccia -. Ma è stata una settimana meravigliosa: ricevere l’affetto dei tifosi, vincere trofei, entrare in campo al Maracana". Tutte cose che sognava, però appena un po’ più in là. Nel tempo e nelle ambizioni. Ma contava farlo, naturalmente. E farlo da protagonista. Tipo così: 20 presenze totali, 14 da titolare, 1 gol e 1 assist con una percentuale di duelli totali vinti del 47%, 51% dei duelli aerei vinti, 3,5 palloni recuperati a partita e 93% di passaggi riusciti. Niente male. Come questo dato, forse quello che dà più orgoglio di tutti: diventando campione del Brasile, Danilo raggiunge quota 30 titoli ufficiali in carriera. Conquista il 10º posto come brasiliano più titolato di sempre, record che condivide con Cafú. Certo, non finisce qui, né termina la fame del Flamengo o quella della Seleçao. Dani, proprio a Torino, ha imparato quanto la vittoria più bella sia sempre la prossima. E no, il suo non è un progetto fantasioso. Tutt’altro.
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