Esiste qualcuno più camaleontico di Antonio Conte? È un leader esigente e spigoloso, con una grande dote: la capacità di trasformarsi e - soprattutto - di trasformare le squadre. Da quando siede sulla panchina del Napoli, le emergenze sono state più numerose delle certezze e hanno portato don Antonio a cambiare sei diversi sistemi di gioco. Il paradosso di questa stagione, però, è tutto racchiuso in un settore: il centrocampo. L’abbondanza di interpreti di qualità aveva convinto Conte a disegnare un 4-4-1-1 che permettesse di non rinunciare a nessuno, sacrificando gli esterni d’attacco. Poi sono arrivate le assenze, quasi tutte concentrate proprio in mediana, così il coach salentino è tornato agli inizi, al modulo con il quale aveva iniziato a Napoli: il 3-4-3. Sarà questo l’abito di gala che indosseranno i partenopei, privi di sette giocatori, domani sera contro la Juventus per l’ultima gara del 2025 allo stadio Maradona, dove il Napoli ha vinto tutte le ultime sei partite giocate contro i bianconeri. Non solo, perché gli uomini di Conte vogliono chiudere l’anno solare da imbattuti in Serie A tra le mura amiche: sarebbe un traguardo che manca da 38 anni, dal 1987 con Maradona.
I precedenti e le scelte di Conte
È anche la notte del ritorno a Fuorigrotta di Luciano Spalletti: l’ultima gara da avversario contro gli azzurri risale al 19 maggio 2019, quando era l’allenatore dell’Inter. I partenopei non hanno mai avuto vita facile contro il tecnico di Certaldo: 4 vittorie, 5 pareggi e ben 8 sconfitte in 17 precedenti, con una percentuale di vittoria pari al 23%. Don Antonio, inoltre, quando ha ospitato la Juventus da allenatore ha ottenuto solo 2 vittorie e 4 sconfitte nei match casalinghi contro i bianconeri. Vuole salutare i suoi tifosi regalando un dispiacere ai suoi vecchi supporter. Le assenze pesano, mancheranno Gutierrez, De Bruyne e 5/11 (Meret, Anguissa, Gilmour, Lobotka e Lukaku) del Napoli che ha vinto il campionato. Tra i pali ci sarà Milinkovic-Savic, il secondo portiere per il minor numero di parate (15) in Serie A. Il merito è da attribuire anche alla difesa dei partenopei, che con il passaggio alla linea a tre ha ritrovato solidità: un gol subito in tre partite. Confermati Beukema, Rrahmani e Buongiorno davanti al portiere serbo. A centrocampo sulla destra Di Lorenzo con Olivera, in vantaggio su Spinazzola, sulla fascia sinistra, mentre al fianco di McTominay dovrebbe giocare Elmas.
Le parole di Lang
Le alternative sono Vergara oppure adattare Marianucci in un ruolo che conosce ma che non ricopre da tempo. In avanti, sulla destra è pronto Neres, che ha contribuito a cinque reti (tre gol e due assist) negli ultimi sette match di campionato, e Hojlund al centro dell’attacco. Sulla fascia sinistra ci sarà Lang, che sembra aver superato le difficoltà iniziali: «Sono felice per il momento che sto vivendo a Napoli - ha detto l’olandese alla radio partner - e vogliamo continuare così. Sto sviluppando una buona chimica con Neres e Hojlund, cresciamo dopo ogni allenamento e possiamo fare ancora di più».
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