Ci sono serate dove è il calcio a salire in cattedra e riscrivere le leggi che governano l’universo. Serate dove anche le rigide regole algebriche cedono il passo, segno di come quello che succede in mezzo al rettangolo verde spesso si ponga in una sorta di terra di mezzo che sfugge alla comprensione, alla razionalità, a ciò che si è abituati a dare per scontato. Perché ci sono serate dove un numero non è solo un numero, ma si fa mitologia: è radice del racconto popolare e poi diventa albero altissimo, che sfiora il cielo e che da sotto non si può far altro che osservare con la bocca spalancata per lo stupore. A Napoli il 10 non è solo un numero: è Dios, è l’intoccabile e l’irripetibile, è Diego Armando Maradona a cui è stato dedicato lo stadio, ma di cui ogni angolo della città parla, si appella, tramanda. Irripetibile, perché la maglia azzurra con il numero 10 è stata ritirata, irripetibile perché si può anche tornare a vincere e festeggiare, ma Maradona sta ancora più sopra, ad un livello che prescinde dalle bazzecole umane come la vittoria o la sconfitta.
Yildiz nello stadio di Maradona con la 10 della Juve
È chiaro, dunque, che chi si presenti in quello stadio con la dieci sulle spalle non possa non sentire un’elettricità diversa che può essere pressione che appesantisce o benzina che alimenta il fuoco. È chiaro che non sarà una serata come le altre per Yildiz, proprio lui che, già dall’estate, ha ripetuto in più occasioni di essere sì onorato, ma di non percepire un peso maggiore nella dieci bianconera. Quella stessa maglia che, immaginata di fianco all’omologa azzurra, fa immediatamente pensare alle sfide tra Maradona e Michel Platini – a proposito di mitologia e Pantheon -, che hanno caratterizzato gli anni 80 del calcio italiano e acceso il dibattito su chi fosse il migliore. Questa volta tocca a Yildiz provare a scrivere la propria storia nel posto in cui il pennino può diventare un po’ più pesante, lì dove i paragoni possono schiacciare idee e intenzioni.
Yildiz, la "stella" della Juve che cerca l'ennesima perla a Napoli
La fucilata nella notte, il prevedibile che diventa imprevedibile: Luciano Spalletti ha già immagazzinato un repertorio di immagini e suoni per raccontare il turco classe 2005, domani può essere l’occasione per aggiungere un ulteriore tassello. Una serata storica, perché il tecnico di Certaldo non ha giocato a nascondino e, anzi, ha contribuito a caricare il big match di questa sera. Non ha svelato le carte, invece, dal punto di vista della formazione. Falso nueve o al solito posto di partenza sul centro sinistra: quale sia la posizione in campo, è difficile immaginare una Juventus che si presenti a Napoli senza Yildiz in campo. Yildiz, che dal turco si traduce in italiano “stella”: polare o cometa, visto l’approssimarsi delle feste, comunque una guida per chi la osserva. Stella che proverà a brillare ancora più luminosa per guadagnarsi un posticino dentro la costellazione dei numeri 10 che a Napoli hanno scritto la storia. Certo, può sembrare addirittura blasfemo, ma da qualche parte si dovrà pur cominciare. E, allora, quale miglior occasione se non quella di questa sera?
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