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“Napoli ci dirà chi siamo”: Spalletti, la sfida al Maradona e il bivio Juve

Più conciso e “ordinario” del solito, senza venir meno a quella spontanea sincerità che l’ha sempre accompagnato nelle sue varie tappe calcistiche. Luciano Spalletti non si nasconde dietro le canoniche dichiarazioni di facciata: sa bene che la partita di stasera aprirà uno scorcio netto sulla dimensione aspirazionale della Juventus. Una vittoria riproietterebbe i bianconeri tra le prime formazioni del campionato, o quantomeno nella zona Champions League, oggi distante 4 punti; il ko, viceversa, li confinerebbe in un limbo grigio, scivoloso, con i primi timidi miglioramenti che finirebbero vanificati.

"Partite che rimandono nella storia"

«Ci sono partite che valgono tre punti e rimangono lì in questi tre punti, e ci sono partite che rimangono nella storia per sempre - ha sottolineato il tecnico nella conferenza stampa di presentazione del match -. Questa è una di quelle partite che può dire molto sul futuro del nostro campionato, per cui le dedicheremo tutta la forza che abbiamo. Possiamo definirlo come un esame di maturità, pertanto dovremo farci trovare pronti. Sappiamo che è una partita difficile, perché andiamo a giocare contro i campioni d’Italia. Conosciamo la loro forza al di là di quello che è stato il precedente campionato, perché la stanno facendo vedere anche quest’anno. E se si ha l’ambizione di voler fare dei passi in avanti è quello con cui ci dobbiamo confrontare. Più consapevolezza per i tre successi di fila? La maglia della Juve è stata tessuta per questo, per vincere le partite. È chiaro che noi non viviamo un periodo bellissimo, però questo deve essere il nostro status normale. Per cui è importante perché ci arrivi con più fiducia, ma dobbiamo essere anime forti, libere, senza dover sempre andare a cercare supporto da qualche parte per dimostrare quello che deve essere il nostro futuro». Per Luciano - scontato dirlo - la serata volteggerà sul sottile filo del melodramma sportivo.

"A Napoli emozioni tremende"

E questo a prescindere dal risultato. Un’accoglienza ostile del popolo azzurro, finirebbe per macchiare una storia bella e inaspettata, che lui stesso ha scelto di tatuarsi sulla pelle. Eppure, il tecnico bianconero non si dice preoccupato: «In quei due anni a Napoli ci siamo resi tutti felici a vicenda. Lì ho vissuto emozioni tremende, soprattutto quella dello scudetto. Secondo me le belle storie hanno il potere dell’immortalità: rimarranno così per sempre. Oggi li troverò da avversari, ma nessuno potrà privarmi delle belle persone che sono state al mio fianco in queste esperienze, Inter e Roma comprese. Quelle me le porterò sempre dietro». E a chi gli fa notare che stasera per la prima volta in carriera affronterà Antonio Conte, Spalletti risponde così: «Ci siamo incontrati molte volte in giro: è un allenatore top. Come persona non ho la possibilità di dire niente perché non ho avuto modo di frequentarlo nella quotidianità. Chi è il favorito? Non lo so, non mi presto a questi ragionamenti. Lamentarsi non produce mai una buona classifica. So che a loro manca qualcosa a centrocampo, a noi in difesa dai tempi che furono e di conseguenza bisogna ugualmente tentare di vincere. Loro hanno un passato che gli consente di avere certezze; noi le stiamo ancora cercando».

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