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McTominay-Thuram, i giganti si prendono la scena: la sfida nella sfida di Napoli-Juve

Due modi opposti di comandare il centrocampo. Due fisicità pronunciate, per lo stesso cocktail di tecnica, polmoni e gamba. Da una parte Scott McTominay, l’uomo copertina dello scudetto napoletano, il mediano d’oro prestato alla trequarti, prima del successivo dirottamento davanti alla difesa per via delle varie defezioni azzurre; dall’altra, Khéphren Thuram, il giovane metronomo della Juventus, ancora alle prese con “il manuale dell’incursore perfetto”, assegnatoli da Spalletti nel giorno del suo approdo in bianconero. Sì, perché se c’è una zona del campo in cui si deciderà la fetta più consistente di questo Napoli-Juve, quella è proprio la mediana. Dalla rapidità nell’interdizione, alla pulizia tecnica nella costruzione delle ripartenze: Antonio Conte e Luciano Spalletti hanno sempre costruito i propri successi attorno agli exploit dei centrocampisti. È stato così per McTominay, che prima dell’esperienza in Italia non era mai andato in doppia cifra in termini realizzativi (addirittura 16 le reti fra tutte le competizioni nella passata stagione); e sulla carta, sarà così per Thuram, dal momento che il tecnico bianconero è al lavoro per trasformarlo in una mezzala di inserimento, sulla falsa riga di quanto già fatto in carriera con i vari Nainggolan, Vecino e Anguissa.

Le scelte di formazione

Salvo rivoluzioni dell’ultimo minuto, anche stavolta spetterà al francese l’arduo compito di legare i reparti e, quando possibile, spezzare le linee azzurre con le sue progressioni palla al piede. Al suo fianco ci sarà capitan Locatelli, decisamente più arretrato, specie quando la Juventus si proietterà in avanti dalle parti di Milinkovic Savic. “Squadra che vince non si cambia”, motivo per cui nella Juve non dovrebbero esserci grossi cambiamenti rispetto all’ultima uscita di campionato, con Koopmeiners pronto a tornare ad agire da braccetto, al fianco di Kelly e Kalulu, per offrire ai bianconeri un’uscita di palla più fluida e verticale. Qualche dubbio, invece, per quanto riguarda le corsie. Tutto dipenderà, infatti, dagli interpreti che Spalletti lancerà sulla trequarti. Qualora dovessero essere Yildiz e McKennie ad agire alle spalle di David, Cambiaso si riprenderebbe la fascia destra, con uno tra Kostic e Cabal su quella opposta. Se invece Chico dovesse essere lanciato dal primo, a quel punto Cambiaso finirebbe a sinistra e McKennie si ritroverebbe ad agire a tutta fascia, come nella sfida contro il Cagliari.

La carta Conceicao

Un assetto spregiudicato, forse più appetibile a gara in corso. La sensazione, infatti, è che Spalletti - in virtù della compattezza della squadra di Conte - decida di giocarsi la carta Conceiçao a gara in corso, in favore di un 3-4-2-1 che in fase offensiva si trasformerebbe in 3-5-2, con McKennie chiamato ad arretrare nella linea di centrocampo, per permettere a Yildiz di accentrarsi e dialogare con David, verso la riconferma al centro dell’attacco dopo la buona prova contro l’Udinese.

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