Cagliari-Roma 1-0. Son tempi cupi per i lupetti di Gasperini. Arriva un’altra sconfitta (la quinta) per la Roma che comincia a pagare i suoi limiti di organico e di prospettive. Con il Cagliari, al di là del risultato negativo, i giallorossi subiscono per tutti i novanta minuti. Mai un vero tiro in porta. Vero che giocare in dieci (Celik espulso al 52’ per fallo da ultimo uomo) non aiuta, però non è stato un bel vedere. Gaetano firma in extremis (82’) il gol della vittoria, ma è un successo meritato. Partita bene, fino ad arrivare in vetta, da oltre un mese la Roma è in frenata. Pesano le assenze importanti, l’assenza di un vero centravanti e una certa disillusione subentrata dopo l’ottimo avvio. Diciamo la verità: forse Gasperini non basta. Ogni tanto le sue fiammate alzano l’asticella delle ambizioni, però c’è un problema nella prima linea . Curioso il fatto che finora non abbia mai pareggiato. Siamo a dicembre, nulla è perduto. Se vuole restare in zona Champions la Roma deve però trovare qualcuno che la butti dentro. Cosa non facile, certo, ma senza gol non si va avanti.
Inter-Como 4-0. Poco da aggiungere: una vittoria straripante che lancia un potente messaggio alla concorrenza. Siamo tornati, forti e cattivi come prima. Abbiamo scacciato depressioni e mal di pancia e ora siamo ancora qui quasi in vetta alla classifica. I nerazzurri dilagano contro il Como del presuntuoso Fabregas che, a fine partita, ha la faccia tosta di dire che “non ha visto tanta differenza tra le due squadre”. Quando si pigliano 4 schiaffi, si dovrebbe avere il tuo gusto di volare bassi, ma non è questa una delle doti di Fabregas che a furia di sentirsi dire che è l’erede di Pep Guardiola ha finito per crederci davvero. L’Inter vola perché azzanna fin da subito la sfida aggredendo i lariani con ripartenze rabbiose che fanno subito male. Pesa, oltre a un pizzico di fortuna (il 2-0 arriva nel momento migliore del Como), anche un fatto evidente: il ritorno al gol di Lautaro e Calhanoglu, il miglior propellente di una squadra che negli ultimi tempi aveva dovuto aspettarli. Da non sottovalutare anche l’ottimo inserimento di Luis Henrique, considerato finora un oggetto misterioso ma decisivo nell’assist dell’uno a zero. Quando sta bene, in questo campionato in cerca d’autore. l’Inter è la più attrezzata. Va anche dato atto a Chivu, finora bistrattato dai tifosi interisti, che ha fatto un ottimo lavoro, togliendosi anche il gusto di far pelo e contropelo a Fabregas, scacciando i mal di pancia di chi, questa estate, lo avrebbe voluto sulla panchina dell’Inter. Chivu è un ottimo allenatore, che sa spiegarsi, e che sa come rapportarsi con i suoi giocatori. Il Como, lo ricordiamo, di gol non aveva mai subito più di uno. Bravo e anche modesto, con lui Marotta ha fatto un ottimo affare. In più dispone di una rosa extralarge che lo aiuterà quando la Champions diventerà stringente. A proposito: domani c’è già il Liverpool, non in grandissima forma. Ecco un buon test per capire dove vuole andare l’Inter
Lazio-Bologna 1-1. Bella partita, divertente, con tanti rovesciamenti e tante conclusioni a rete. Non a caso i migliori sono stati i portieri. In particolare Ravaglia che in più di un’occasione ha salvato il Bologna. I gol arrivano in due minuti verso la fine del primo tempo firmati da Isaksen e Odgaard. La Lazio rimane in dieci nell’ultimo quarto d’ora per l’espulsione di Gila. In conclusione: bravi i portieri, diversamente bravi gli attaccanti.
Cremonese-Lecce 2-0 I grigiorossi di Nicola continuano a salire: 20 punti insieme al Sassuolo, altra irriducibile neopromossa. Il Lecce parte a tavoletta, ma nella ripresa sparisce dal campo. Qualche deve aver fatto una magia. La Cremonese invece, appena vede gli ospiti tirare indietro il piedino, non si lascia sfuggire l’occasione per cogliere (Bonazzoli e Sanabria) la seconda vittoria consecutiva dopo quella sul Bologna. Cuore, un buon equilibrio, la giusta cattiveria per azzannare un avversario poco motivato, sono le doti principale dei ragazzi di Nicola, un altro allenatore che non fa il guru ma fa sempre correre le sue squadre.
Sassuolo-Fiorentina 3-1. Povera Fiorentina, ogni volta è sempre peggio. Il burrone è sempre più vicino. Difficile trovare un precedente. Finora ha già perso otto volte senza aver mai vinto. Tra una polemica e l’altra, si aspetta sempre che succeda qualcosa, che ci sia un nuovo inizio, invece i viola procedono come burattini senza fili. Tutto si sfalda. È una società senza più testa. Non c’è la presidenza, non ci sono i giocatori che si contendono i rigori quando dovrebbero fare causa comune. Lo stesso allenatore, Vanoli, non ha in mano la situazione. “Non trovo la chiave” ha detto dopo la sconfitta. Si vede che qualcuno l’ha buttata via. Poi ci sono i tifosi, giustamente arrabbiati, ma più dannosi che utili. Ci mancavano solo le minacce alle mogli dei calciatori. Manca anche una leader, uno che quando parla faccia stare zitti gli altri. Ora la Fiorentina, dopo la vittoria del Verona sull’Atalanta, è sola all’ultimo posto. E siccome i guai non arrivano mai da soli, la prossima sfida sarà proprio con il Verona. Auguri.