TORINO - Juve a crescita zero. Non è ancora un discorso economico perché potrebbe diventarlo nel caso continuasse questo trend altalenante di risultati: senza il quarto posto e la prossima Champions League infatti sarebbero dolori enormi per il bilancio. Per ora si tratta “soltanto” di progressi che non arrivano, di un miglioramento che sembra sempre prossimo ma che non è mai accompagnato da una sensazione di continuità. Napoli era stata indicata da Luciano Spalletti come prima tappa della verità, come primo esame di maturità per la sua nuova creatura e la botta è stata forte. Non tanto nel punteggio, quanto nel fatto che la sfida del “Maradona” ha cristallizzato la distanza tra la Signora e primi della classe. Una differenza netta, percepibile, chiarita dalla prima ora di gioco in cui la squadra di Antonio Conte, pur incerottata come e più della Juve, ha viaggiato al doppio della velocità, mostrando tutte quelle certezze che i bianconeri ancora non possiedono o hanno soltanto parzialmente nel loro bagaglio. Gioco, qualità, personalità, solidità, ferocia agonistica. «Bocciati? Sicuramente siamo stati rimandati…» riassume Lucio. Lo sguardo sconsolato del tecnico, il suo allargare le braccia ripetutamente durante la partita, la dicono lunga sullo suo stato d’animo. È da cinque settimane al timone della Signora, ha certamente ridato senso, rotta e fiducia a una squadra sballottata dagli eventi e bisognosa di sicurezze ma è chiaro che si aspettasse una traiettoria migliore di quella che la Juve sta avendo. La crescita resta appunto a zero, o quasi. E infatti Lucio continua a sottolineare sempre i soliti difetti: Juve troppo timida, scolastica, che si limita all’ordinario. L’ordinario però non basta più. «Abbiamo giocato già qualche partita, siamo al punto che dobbiamo tirare qualche somma».
Juve, il confronto Spalletti-Tudor: i numeri sono simili
La svolta è ancora incompiuta, per le rivoluzioni serve tempo. E la missione di Spalletti non fa eccezione. Ecco allora che il confronto con Igor Tudor viene naturale, con una premessa doverosa: il tecnico croato ha allenato 11 partite mentre l’ex ct azzurro è ancora a quota 8. I dati raccontano che la Juve di Lucio segna praticamente come quella di Tudor e non sono numeri eccelsi viste le difficoltà a concretizzare che si mantengono: 1,5 reti di media a gara contro i precedenti 1,4. Gli xG, gli Expected Goal, ovvero i gol attesi, riflettono la situazione: 12 gol fatti con Spalletti contro i 13,07 attesi rispetto ai 15 gol fatti e 13,73 attesi con Tudor. I tiri in porta sono rimasti sostanzialmente invariati: 15,5 a partita con Spalletti (124 complessivi) rispetto ai 15,4 di Tudor (170) ma con Lucio c’è più attacco alla porta: 6,25 tiri nello specchio a partita (50 totali) contro i 5 dell’allenatore croato (55). Il gol subiti restano una costante non positiva: 15 con Tudor (1,4 di media) in linea con gli xG subiti (14,5) e 8 con Spalletti (uno a match) ammontare però superiore a 5,91 attesi. La difesa viene in pratica sempre battuta ma una luce in fondo al tunnel si intravvede nella fase difensiva che sembra migliorare. La Juve infatti concede di meno rispetto a prima: 155 tiri subiti con Tudor (14,1 di media) contro i 68 di Spalletti (8,5) e anche quelli indirizzati nello specchio bianconero calano: 47 con Igor (4,3 di media), 21 con Lucio (2,6). La media punti in campionato al momento è in linea tra le due gestioni: 1,5 Tudor, 1,6 Spalletti; mentre Lucio è partito meglio in Champions (2 punti di media contro 0,67). La Juve resta nel limbo.
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