**TORINO** - Da campione del mondo con la Nazionale nel 2006 alla maturità tattica raggiunta nella sua carriera da allenatore, **Fabio Grosso** si racconta nel nuovo episodio di **_Storie di Serie A_**, il format di Lega Serie A che dà voce ai protagonisti del grande calcio italiano, e che per alcune interviste esclusive, quest’anno vede anche il coinvolgimento editoriale di Dazn.
**_“Fabio Grosso, allenare il coraggio”_** è disponibile **da oggi su Dazn** e in rotazione su **Radio TV Serie A**, oltre che sul canale **YouTube di Lega Serie A**. Un racconto personale e diretto, in cui il tecnico romano ripercorre il proprio cammino sportivo dagli anni da **giocatore nei club italiani e internazionali** fino alla carriera da **allenatore**, passando per episodi che hanno lasciato un segno indelebile nella sua memoria, come **l’aggressione a Marsiglia** ai tempi del Lione, e momenti chiave della sua carriera con gli **Azzurri.**
Il racconto arriva a due giorni dalla **sfida contro il Milan** di Massimiliano Allegri: la partita, **in programma domenica in esclusiva su Dazn alle 12:30**, si preannuncia ricca di emozioni, con le due formazioni pronte a infiammare San Siro. La telecronaca sarà affidata alle voci di **Edoardo Testoni** e **Dario Marcolin**, con **Federica Zille** a bordo campo per accompagnare i tifosi nel racconto di un match che, negli ultimi anni, ha sempre offerto gol e spettacolo.
**Di seguito alcune delle dichiarazioni rilasciate da Fabio Grosso:**
**Sull’inizio di stagione**: “_Siamo molto contenti della partenza di quest’anno ma restiamo molto realisti. Il livello del campionato è alto, una competizione difficilissima_”
**Sull’approccio alla sfida**: “_Nella mia carriera ho affrontato tante difficoltà, amo affrontare le sfide e starci dentro perché è nelle difficoltà e nel loro affronto che si diventa migliori_”
**Sulle fondamenta costruite in Serie B**: “_In Serie B abbiamo fatto un bel percorso che ci ha permesso di gettare le basi per questa stagione. Ricordo bene tutte le difficoltà che abbiamo attraversato e come le abbiamo affrontate. Il giocatore su cui ho fatto più fatica a farlo calare nella realtà della B è stato Laurienté. Le sue intenzioni erano quelle di andare via, poi però si è messo in carreggiata, abbiamo creato un bellissimo spirito comune e compiuto quello che dovevamo_”
**Sui metodi in spogliatoio**: “_Mi piace lasciare messaggi sulla lavagna in spogliatoio e appuntarmi delle cose mentre facciamo le riunioni. Ci piace parlare, però si dice che, quando parli dimentichi, quando vedi ricordi e quando fai capisci. Quindi, è importante unire queste tre cose per progredire_”
**Sul suo stile di gioco**: “_La mia modalità di difendere era un po’ diversa rispetto al difensore classico. Se affrontassi oggi Pulisic userei molto di più la testa più che il fisico. È importante riconoscere i pregi degli avversari ma soprattutto i difetti e indirizzarli su questo_”
**Sull’assalto dei tifosi del Marsiglia ai tempi del Lione**: “_Quando rivedo quest’immagine (prima pagina dell’Equipe con il suo volto insanguinato) scatta il ricordo di una brutta giornata a livello personale. Mi sono reso conto che in un attimo le cose possono cambiare, che si è fragili in una vita che spesso ci porta a pensare di essere potenti. In quella triste giornata mi sono reso conto di quanti passi in avanti ci siano ancora da fare. Passando tanto tempo sui pullman ogni tanto mi capita di rivivere quei momenti”_
**Sul rigore decisivo contro la Francia in finale del Mondiale del 2006:** “_Il rigore del 2006 non mi è mai capitato di sognarlo, né in positivo né di averlo sbagliato. Se fossi stato io l’allenatore avrei affidato a me quel rigore perché mi piace prendermi le responsabilità, sia da giocatore sia da allenatore_”
**Sull’addio al calcio prima della Juve dei 9 scudetti**
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“_Quella Juventus con cui vinsi lo scudetto mostrava già il potenziale per intraprendere il percorso dei nove scudetti. Tutto nasceva dalla società e dalla qualità delle persone che sceglievi, elementi che si percepivano chiaramente. Io, però, avevo deciso di ritirarmi a metà stagione e ho lasciato il calcio a modo mio, praticamente senza che quasi nessuno se ne accorgesse_”
**Sulla Nazionale di oggi**: “_È un momento in cui dobbiamo ritrovare fiducia, perché abbiamo le caratteristiche per rifare ciò che non siamo riusciti a fare da troppo tempo. Questo è il tipo di pensiero che mi piace avere: altrimenti vediamo sempre solo bianco o nero, perché fa più notizia. In realtà, veniamo da anni difficili in cui non siamo riusciti a qualificarsi per il Mondiale, ma solo pochi anni fa siamo stati campioni d’Europa. Dobbiamo cogliere gli aspetti positivi, senza nascondere quelli negativi, e restare fiduciosi, perché abbiamo persone con qualità calcistiche e umane importanti_”