TORINO - Sotto l’albero, magari, un bel regalo. Pure condiviso coi tifosi. Kenan Yildiz ci spera, ma sa che non dipenderà solamente da lui: oltre a regalare vittorie con Bologna e Roma - che sarebbero fondamentali - entro Natale vorrebbe avere anche un po’ di novità in più sul fronte rinnovo. Nei giorni scorsi, a Torino, è arrivata la sua famiglia, e ad attirarli in Italia non è soltanto la festività: è business, sono gli interessi della stella juventina, rappresentato soprattutto da papà Engin in questa fase della lunga, estenuante trattativa sul prolungamento, con l’aiuto di un intermediario d’eccezione come Jorge Mendes. Il ventenne - o meglio: chi per lui - continua a rimanere fedele alla richiesta iniziale. L’obiettivo è arrivare a guadagnare quanto i migliori della rosa, e il numero finale potrebbe attestarsi sullo stesso volume di stipendio di David, ossia 6 milioni all’anno. Altra roba rispetto al milione e mezzo (fisso) di oggi. Sì, questo è stato uno dei nodi principali quando le parti hanno deciso di interrompere, anche solo per qualche settimana, i discorsi che proseguivano ormai da mesi e che sembravano impostati.
Yildiz leader e trascinatore della Juve
Da parte della Juve, il desiderio di comprendere la direzione che si stava per intraprendere, sia per un discorso legato più banalmente ai risultati, sia anche quello più pratico e quindi diretto a Yildiz. Che di tutta risposta non solo ha trascinato i suoi, ma li ha persino salvati dalle sabbie mobili dei risultati mancanti, di un gioco pigro, delle complicazioni che sembravano colpa di Tudor e sono diventate problema enorme per Spalletti. Ecco, se c’era il dubbio sulla competitività ad alti livello del turco, una spiegazione è arrivata, anche importante. Allo stesso modo, chi metteva in discussione la continuità di un talento così brillante, ha avuto esattamente quel che cercava: la controprova della necessità della Juventus verso il suo numero dieci.
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