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Exor, il rifiuto a Tether per la Juve è ufficiale: "Noi e Agnelli da più di un secolo"

La risposta di Elkann

Il “grazie, ma no grazie” è arrivato in tempi rapidissimi. Non c’è stato bisogno di attendere la scadenza dell’offerta fissata da Tether per il 22 dicembre: "La Juventus non è in vendita" è il messaggio recapitato, secco e inequivocabile**. E non si tratta di una questione economica. Anche se lo fosse, del resto, la valutazione proposta non sarebbe del tutto congrua**. È vero che l’attuale capitalizzazione di Borsa si aggira intorno ai 900 milioni di euro, ma il mercato dei club calcistici ha espresso valutazioni ben più elevate per società prive di uno stadio di proprietà e delle immobilizzazioni di cui invece dispone la Juventus: dalla sede al training center, passando per l’hotel, Vinovo e il J-Medical. La realtà è che la Juventus non ha un prezzo per chi ne detiene la larga maggioranza e il controllo, pari al 79% dei diritti di voto. Non si tratta, dunque, di un gioco al rialzo al quale Tether potrebbe anche prendere parte, forte dell’enorme potenza finanziaria della società guidata da Paolo Ardoino, leader nel settore delle criptovalute. D’altra parte, neppure John Elkann ha necessità di liquidità: negli ultimi dieci anni ha già immesso nella Juventus circa un miliardo di euro - la stessa cifra che Ardoino si dice pronto a investire. Una questione di cuore.

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