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Se il futuro affonda le radici nel passato

Ci sono due elementi dell’offerta di Tether per acquisire la Juventus che stonano un po’. Il primo è il tempismo: ovvero il fatto che l’inserimento di un loro membro nel Consiglio di Amministrazione e la disponibilità a collaborare su eventuali progetti di sviluppo da parte della società, quindi una sostanziale apertura, abbia ricevuto come risposta un proposta d’acquisto piuttosto ostile. La seconda, e più rilevante, è che questa offerta sia stata pubblica, molto pubblica, un po’ troppo pubblica, a meno che l’obiettivo non fosse proprio attirare l’attenzione più che ottenere l’acquisizione. I tempi cambiano, è vero, ma chi ambisce all’acquisto di un bene così prezioso e particolare tende ad avere maggiori probabilità di successo partendo in modo più discreto. Paolo Ardoino è senza dubbio un genio e comanda un impero, che ha contribuito a ingigantire con le sue idee rivoluzionarie. Ed è anche un abile utilizzatore dei social media, con i quali comunica in modo assai efficace.

No alla cessione della Juve, non a Tether

E far specchiare il futuro della Juventus nell’espansione che ha avuto Tether negli ultimi anni è un giochino spaventosamente goloso per i tifosi, soprattutto in un periodo di vacche magre sul fronte dei risultati sportivi (anche se è comprovato come il successo imprenditoriale non sia sempre automaticamente trasferibile sul calcio, anzi). Ardoino è senza dubbio ricco e non millanta quando promette un miliardo di euro di investimenti sul club (anche se la cosa suona un po’ da politico in campagna elettorale).

Ardoino, poco juventino nell'approccio

Ardoino si dichiara juventino da sempre, ma forse è stato poco juventino nell’approccio con la famiglia che ha fatto grande il club che lui tifa, lo governa da 100 anni e, un miliardo, lo ha speso solo di aumenti di capitale nell’ultimo decennio. Il rifiuto di John Elkann, tuttavia, nasce altrove. Il suo no è alla cessione della Juventus, non a Tether. Quando dice che la Juventus non è in vendita è quasi come se parlasse di un membro della sua famiglia e che l’idea di cederla gli suoni assurda come quella di vendere una persona cara. Quello sentimentale, in questo caso, non è un fattore, è l’unico fattore. E non si ha la sensazione che possa esserci una cifra che inneschi una qualche trattativa.

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