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Gasperini: «Ho scelto la Roma e non la Juventus perché si trattava di una sfida più difficile»

Gasperini, allenatore della Roma, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida di campionato contro la Juventus (domani alle 20:45).

Le parole di Gasperini

Come sta la squadra a parte i due assenti per la Coppa d’Africa? Riesce a recuperare Dovbyk?

«Dovbyk non è recuperato, anche se si sta allenando da parecchi giorni. Ha ancora delle difficoltà a calciare, il resto ci siamo tutti a parte quelli partiti. Qualche problema con Hermoso che speriamo di risolvere»

Prima di firmare con la Roma era nelle idee anche della Juve. Ci può dire perché ha preferito la Roma?

«Perché era una sfida più difficile. Sono contento poi per come è andata, adesso ci troviamo a giocare questa partita importantissima. La Juve rimane una grandissima squadra, sicuramente forte e che ha sempre la possibilità di rinforzarsi. Nel suo Dna c’è sempre l’intenzione di vincere, noi arriviamo a questa partita da una bella prestazione col Como e a Glasgow, vogliamo misurarci contro questa squadra»

Come sta Dybala anche dal punto di vista delle motivazioni? La Roma quando ha giocato con un centravanti di peso ha vinto 8 volte su 9: è solo una statistica o questo dato racconta qualcosa in più?

«Non lo so questo. Non so se è una statistica giusta o meno, l’importante è avere un centravanti e l’abbiamo sempre fatto, non abbiamo mai giocato in 10. Vediamo oggi Dybala se è in grado di giocare dall’inizio, le sue motivazioni sono sempre alte, è solo questione che stia bene e possa sprintare e calciare nel miglior modo possibile»

Parlò di primo posto casuale dopo 5 giornate. Adesso è difficile definirla casuale, cosa significa il +4 sulla Juve? In cosa la Roma si è dimostrata superiore?

«Credo che siamo stati bravi, 15 partite è una buona striscia sul quale dare indicazioni. Non so se siamo tra i più forti, ma i ragazzi sono stati bravissimi in quasi tutte le partite, anche quando non siamo riusciti a vincere. Sono state poche quelle in cui siamo stati deludenti, per il resto è un gruppo che ha motivazioni sempre forti, che è cresciuto sotto l’aspetto tecnico e come squadra. La forza sono stati i pochi gol presi, ma ha sempre costruito delle opportunità e il gol l’ha sempre trovato ultimamente»

Il mercato è alle porte: che tipo di profili sta chiedendo?

«Domani c’è una partita molto importante, andiamo a giocare contro la Juve che è a -4, anche per loro è una partita importante per cercare di riaggancarci e per noi per mantenere o aumentare il vantaggio. Siamo al 19 dicembre, la concentrazione è massima ed è molto giocarsi questa partita con questa classifica. Per il resto c’è tempo, non è questo il momento»

Quanto è cambiata la Juve dopo il cambio allenatore? Il suo rapporto con Spalletti?

«Sicuramente amichevole, quando era all’Inter ci è capitato di andare a cena insieme, quando era in Nazionale ci sentivamo spesso ed è venuto qualche volta a Zingonia. Adesso ci sentiamo poco, ma ci saluteremo cordialmente, il clima è sereno. Per lui non è facile entrare a stagione iniziata, ma credo stia cercando di portare le sue idee. Mi sembra che anche la Juve ultimamente è sicuramente migliorata, incontrarla è sempre difficile perché ha giocatori di livello. È sempre una partita di valore, è un bel parametro per noi per misurarci e vedere quanto possiamo essere forti e competitivi»

Non è la prima volta che affronta la Juve. Non so se si è resa conto di quanto sia sentita questa partita qui, anche dai giocatori ha avuto segnali particolari in questo senso? Lei la Juve la considera un’avversaria come le altre?

«In Italia ma anche in Europa giocare contro la Juve dà emozioni, una grandissima rivalità percepita in tutte le piazze. Per quanto io sia stato in quella società da allenatore delle giovanili finisce per temprare le squadre, trova sempre gente motivata contro e questo, anziché diventare uno svantaggio, diventa un vantaggio. La Juve nella mia carriera è sempre stato un riferimento, perché quando riesci a battere loro vuol dire che sei competitivo, anche nelle stagioni meno buone rimane tra le migliori squadre»

Le ultime due prestazioni di Rensch l’hanno convinta? Che problema ha Hermoso?

«Un affaticamento, per cui spero di poterlo recuperare. Vorrei toccare il meno possibile la squadra, anche se per portare Celik dietro devi spostare tre giocatori e non è l’ideale, ma l’assenza di Ndicka ci costringe a fare delle prove che sono Ziolkowski, Celik, Ghilardi. Se manca Hermoso ci mette più in difficoltà chiaramente»

Rensch lo potrebbe utilizzare come uno dei 3 dietro?

«Sisì, anche lui»

Ha un pensiero su come si sta sviluppando il calcio italiano?

«Il calcio è fatto di tante componenti, si può giocare e fare risultati in tanti modi, altrimenti se fosse riduttivo non piacerebbe così tanto. C’è spazio per piccole e grandi novità, quello che a me non piace adesso del calcio è la situazione del portiere. È un qualcosa che bisogna trovare il modo di velocizzare, c’è la regola degli 8 secondi che viene applicata pochissimo, quando mette palla a terra passano altri 30 secondi prima che inizi a giocare. L’altra cosa che mi piace molto poco è il tempo con cui gioca il portiere, il Como contro l’Inter l’ha avuta 51 volte e questo non piace alla gente. Il calcio è giocare in avanti, capisco il possesso palla ma quello che razza di possesso è? Il pubblico vuol vedere contrasti, dribbling, gioco in avanti altrimenti il rischio è che diventi un calcio brutto, molto più simile a un calcetto, che è bello da giocare a volte ma brutto da vedere. Da amante del gioco del calcio credo occorra trovare qualcosa per andare a giocare in avanti e non all’indietro»

Quanto è soddisfatto della crescita di Soulé? In cosa dovrebbe migliorare?

«Sono soddisfatto di lui, ma lo sono di tutti quanti. È una squadra che gioca con grande spirito, ha il consenso dei propri tifosi, anche quando magari non sempre riesce a raggiungere il risultato e questa è la cosa più importante. Soulé poi ha delle caratteristiche particolari che piacciono alla gente»

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