L’immagine più bella, come spesso capita, l’ha regalata Luciano Spalletti in un’intervista rilasciata ieri. Fa così: «***Milik** è come un bambino felice che ha ritrovato il gioco*». Non serve altro, non occorre davvero: è la rappresentazione plastica di cosa voglia dire la convocazione (oggi ufficializzata) di Arek per la partita di questa sera con la Roma. Un sospiro di sollievo, e forse è poco. Un punto di ripartenza, e forse è il senso più profondo. A prescindere, l’attaccante polacco sa benissimo quanto tutto debba essere graduale: l’ultima partita disputata con il club è stata Juventus-Monza e sulla panchina bianconera c’era ancora Massimiliano Allegri, ben 574 giorni fa; l’ultima in assoluto, vissuta con la maglia della Polonia, ha invece 561 giorni alle spalle. Poi sono arrivate operazioni, tentativi, sfortune - all’inizio di quest’ultima stagione, si era fermato per un taglio procurato in allenamento -, tante cadute quante opportunità per rialzarsi. Fino all’11 dicembre scorso, quando gli è stato dato finalmente l’okay per tornare a lavorare in gruppo.
L'ambizione è alta
La reazione? Come l’ha raccontata Spalletti, per il quale Arek è «forte, fortissimo», anche se ha avuto un problema lungo, lunghissimo. Però «ci vuole essere e si allena benissimo», e allora perché non provare a coinvolgerlo, specialmente in un momento di forte necessità dovuta all’assenza di Vlahovic? Evidentemente, Lucio non ha trovato alcun motivo per metterlo da parte, e da parte Arek proprio non ci vuole stare. Per questo l’ambizione è forte, è alta, potrebbe ritrovarsi pure nelle scelte dello stesso allenatore, per cui il polacco è a tutti gli effetti un’opportunità. Come fosse un attaccante aggiunto. Ora: non è chiaro quanto e cosa possa dare, anzi le sensazioni su questo sono abbastanza negative. Ma questo periodo insieme al gruppo, mista alla consapevolezza di aver ritrovato un po’ di continuità e di potersi giocare le sue chance, potrebbe invece attirare nuove proposte sul mercato, nel quale Milik ci finisce di diritto e come già concordato a inizio stagione, quando le ultime offerte - da Russia e Turchia - non avevano trovato effettivamente delle risposte. Allora, il focus del centravanti era quello di mettersi in pari e di provare a recuperare terreno, condizioni, opportunità migliori. Se non ci saranno intoppi, il suo progetto sarà effettivamente compiuto.
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