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"Spalletti mago, vi spiego il mantra e le feste per la bilancia. Yildiz, diventa leader Juve"

Marco Motta, come sta? Ma soprattutto: ha finito di girare il mondo? «Molto bene, dopo la mia esperienza asiatica mi sono trasferito a Madrid. Ho finito da poco il corso Uefa A qui in Spagna: alleno l’under 16 del Rayo Ciudad Alcobendas nella massima categoria giovanile spagnola. Affrontiamo tutte le cantere della zona: dal Getafe al Leganes passando per Atletico, Real, Rayo Vallecano... Ho scelto di partire da zero per restituire qualcosa al calcio, nella speranza di conseguire un altro dei miei sogni: diventare un allenatore di livello».

Certo, non si è fermato un attimo dopo aver chiuso la carriera in Indonesia... «Nei due anni dopo il ritiro, ne ho approfittato per viaggiare in giro per tutta l’Asia. All’inizio ero un po’ scettico quando mi fu proposto di andare al Persija Jakarta: non credevo fosse la piazza giusta, ma mi sbagliavo. Ormai l’Indonesia è la mia seconda casa. Ho scoperto un paese straordinario, intriso da una passione per il calcio smodata».

"Conte, Ranieri, Gasperini: a chi mi ispiro"

C’è un tecnico in particolare che l’ha spinta a inseguire questo sogno? «In realtà sono quattro quelli a cui mi ispiro: Conte dal punto di vista motivazionale, Ranieri nella gestione del gruppo, Spalletti nel modo di insegnare calcio, mentre di Gasperini ne stimo l’essenza da visionario. Il mio mantra? “Cuore caldo e mente fredda”».

A proposito di Spalletti: si ricorda la prima cosa che le ha detto quando è passato alla Roma? «Che mi voleva già ai tempi dell’Udinese. Mi ha aiutato tanto a crescere: si fermava a fine allenamento con me per farmi fare degli esercizi extra. Una roba per nulla scontata. Mi ha dato subito fiducia, lanciandomi titolare e insieme abbiamo vissuto un finale di stagione straordinario. Ho bellissimi ricordi di lui».

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